Molo di ponente
In due modi si raggiunge Despina: per nave o per cammello. La città si presenta differente a chi viene da terra e a chi dal mare. […] Nella foschia della costa il marinaio distingue la forma d’una gobba di un cammello. (Le città invisibili)
Despina, proprio come Sanremo, appare a chi la guarda dal mare come una gobba di cammello. Con perfetta specularità, invece, il cammelliere che la vede «spuntare all’orizzonte dell’altipiano», «pensa a una nave». Sa che è una città, ma la pensa come «un bastimento che lo porti via dal deserto, un veliero che stia per salpare, col vento che già gonfia le vele non ancora slegate».
Dal Medioevo all’Ottocento, il Porto (oggi detto Vecchio per distinguerlo dal moderno Porto Sole) è stato la principale risorsa commerciale ed economica della città. Da qui partivano le navi cariche di agrumi (arance, mandarini, limoni, cedri) coltivati sulle colline e difficilmente trasportabili via terra per la precarietà delle comunicazioni stradali.
Se nella città invisibile di Despina lo sguardo si muove dal basso verso l’alto e possiamo immaginare una Sanremo vista dal mare, altrove lo sguardo muove in senso inverso quindi dall’alto si sposta verso il mare. Così si dispiega la visuale del Barone rampante, alias Cosimo Piovasco di Rondò:
Cosimo era sull’elce. I rami si sbracciavano, alti ponti sopra la terra. […] Cosimo guardava il mondo dall’albero: ogni cosa, vista di lassù, era diversa, e questo era già un divertimento. […] l’abitato d’Ombrosa sporgeva i suoi tetti di mattone sbiadito e ardesia, e ne spuntavano pennoni di bastimenti, là dove sotto c’era il porto. In fondo si stendeva il mare, alto d’orizzonte, ed un lento veliero vi passava. (Il barone rampante)
Le straordinarie avventure del protagonista iniziano il 15 giugno 1767. Cosimo, dopo essersi rifiutato di mangiare l’ennesimo pasto a base di lumache preparato dalla sadica sorella Battista, abbandona la famiglia e va a vivere sugli alberi promettendo di non scendere mai più. Le vicende si svolgono a Ombrosa, un paese immaginario, ma è chiaro il riferimento a una Sanremo riportata indietro a un tempo in cui la vegetazione dominava a tal punto da permettere a Cosimo di attraversare tutto il territorio senza mai mettere piede per terra fin dove la catena montuosa circostante lo permetteva.
Emblema della libertà personale, del coraggio e della perseveranza nel seguire i propri ideali, contro il conformismo e le convenzioni sociali, Cosimo guarda tutto dall’alto dei rami, rimanendo partecipe degli avvenimenti contemporanei, della vita di società, relazionandosi ugualmente sia con uomini umili, sia con personaggi illustri.
✏️ Giorgio Alassio, Simona Paoli, Martina Ranalli e Monica Revelli
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