Passo della Guardia – monte Pellegrino
Domani voi dovete tenere la cresta del Pellegrino dal pilone fino alla seconda gola, mi intendi? Poi ci sarà da spostarsi verranno ordini. Tenere ben staccate le squadre e i nuclei: i mitragliatori coi serventi e i fucilieri che si possano spostare quando si ha bisogno. Tutti gli uomini devono andare in azione, nessuno escluso, nemmeno il furiere, nemmeno il cuoco. (Il sentiero dei nidi di ragno)
Siamo quasi alla fine del romanzo. Si prepara un rastrellamento di tutta la zona, una colonna tedesca sta risalendo la vallata. Tutte le forze partigiane si devono appostare sulle creste dei monti, arriveranno rinforzi da altre brigate: «i tedeschi si vedranno un tratto sotto una pioggia di ferro e fuoco, seminati per lo stradale e dovranno battere in ritirata» (cfr. tappa 42).
La situazione è la medesima narrata nel racconto Paura sul sentiero: «Sgombrare subito la valle, per l’alba tutto il battaglione con le pesanti in cresta al Pellegrino». Questo l’ordine ricevuto che la staffetta Binda (cfr. tappa 40) deve comunicare agli altri presidi partigiani.
La guerra si rigirava allo stretto in quelle valli, come un cane che vuol mordersi la coda; i partigiani gomito a gomito coi bersaglieri e i militi; se gli uni salivano a monte gli altri scendevano a valle, poi gli uni a valle e gli altri a monte, sempre con grandi giri sulle creste per non finire gli uni sotto gli altri, e farsi sparare addosso, sempre con qualcuno che rimaneva morto, a monte o a valle. (Paura sul sentiero)
Di questi monti e di queste valli Paura sul sentiero permette una visione d’insieme, al netto di luoghi non più riconoscibili e di finzioni creative: l’autore talvolta traspone, mescola le carte, inventa toponimi suggestivi (come il “Culdistrega”, tappa 40), gioca fra memoria e fantasia.
Dal monte Pellegrino (1455 m), già teatro di guerre napoleoniche e poi di movimenti partigiani e battaglie resistenziali fra il 1944-45, si possono apprezzare gradevoli panorami sull’alta valle Argentina, in particolare sui borghi di Realdo e Verdeggia, ma anche sulla val Capriolo. Nel bosco regnano le conifere, soprattutto il pino nero.
Al tema della guerra e della Resistenza, Calvino non si è dedicato solo con l’opera narrativa, ma anche con la scrittura di testi per musica, quasi tutti nati sul finire degli anni ’50, in collaborazione con Sergio Liberovici e il gruppo torinese dei «Cantacronache» (cfr. tappa 30). Fra i molti non può non essere ricordata la canzone Oltre il ponte (1959).
Pur non facendo parte dei canti nati durante la guerra di Liberazione, è da considerarsi, per diritto, un canto della Resistenza. Il titolo offre la chiave di lettura: il ponte rappresenta il necessario passaggio tra chi ha vissuto il tempo della guerra di liberazione e la nuova generazione, la «ragazza dalle guance di pesca», che rappresenta il futuro migliore per cui quel sacrificio si è fatto.
O ragazza dalle guance di pesca,
o ragazza dalle guance d’aurora,
io spero che a narrarti riesca
la mia vita all’età che tu hai ora.
[…]
Avevamo vent’anni e oltre il ponte
oltre il ponte che è in mano nemica
vedevamo l’altra riva, la vita,
tutto il bene del mondo, oltre il ponte.
(Oltre il ponte)
Calvino rievoca il tempo della Resistenza, del proprio impegno e di quello dei suoi coetanei per liberare il paese dal nazifascismo. Il messaggio si propone con grande chiarezza, schietto e senza fronzoli, ma anche dolce e rassicurante. È il racconto di quelle scelte coraggiose, dovute alla voglia di riscatto condivisa dai partigiani. Il ponte dunque, il passaggio da un periodo buio, dominato dal sacrificio ma anche dal coraggio e da un prezioso sentimento comunità, verso una nuova epoca, costituita ora da una generazione di ventenni, coetanei di quei ragazzi valorosi, ma meno consapevoli del senso profondo della storia del nostro Paese. Più recentemente i «Modena City Ramblers» hanno riarrangiato la canzone includendola nella raccolta Appunti partigiani (2005).
✏️ Valerio Minazzi (Università di Genova).
✏️ Valeria Amoretti, Cecilia Borrelli, Alessandra Giordano, coordinati dalla docente Paola Consiglio, Liceo G. P. Vieusseux, Imperia.
🚶♂️Dal passo della Guardia, a pochi chilometri da Triora, si può raggiungere con un percorso escursionistico ad anello che non presenta difficoltà l’ampia cresta del monte Pellegrino.
Escursione: passo della Guardia → monte Pellegrino
difficoltà facile
lunghezza 5 km
dislivello 355 m (da 1350 a 1455m di altitudine)
percorrenza 2h
Ripresa l’auto, da Triora si scende lungo la valle Argentina (SP 52). Oltrepassato Molini di Triora, si svolta sulla SP 17 per il passo Teglia. In circa 30 minuti (20 km) si arriva al punto di partenza per l’ultima escursione qui proposta al passo della Mezzaluna.
🔜 Vai alla Tappa 42 – passo della Teglia – passo della Mezzaluna
🔙 Ritorna alla Tappa 40 – Creppo-Monte Gerbonte