Tappa 32
15 Novembre 2022

Tappa 32

Mulattiera San Pietro – Villa Meridiana

Dovevamo accompagnare nostro padre a San Giovanni a turno, una mattina io e una mattina mio fratello […] e aiutarlo a portare a casa le ceste di frutta e di verdura. (La strada di San Giovanni)

«Questo e altro», 1962.

Mario Calvino saliva ogni giorno a San Giovanni, nel primo entroterra di Sanremo, coltivato a ulivi e orti, sopra zona Tasciaire, dove possedeva un ampio podere. Nella stagione estiva portava a forza con sé i poco entusiasti Italo e Floriano. Il racconto autobiografico La strada di San Giovanni, scritto dopo la morte del padre, fa i conti con questo vissuto. È una postuma e personale riappropriazione letteraria del mondo rurale, paterno, dapprima rifiutato. Pubblicato su «Questo e altro» nel 1962, entrerà in volume solo dopo la morte dell’autore insieme con altri scritti autobiografici.

Testimonianza di Libereso:

Intervista realizzata da Rainews 24 (2002).

Libereso Guglielmi (cfr. tappa 36) offre la sua testimonianza di un rapporto (quello con il padre e forse con entrambi i genitori) che fu conflittuale fin dal principio, fin dall’infanzia.

Salita San Pietro si imbocca nella parte più alta di via Volta: inizia così la “strada di San
Giovanni” che al netto di alcuni cambiamenti intercorsi a livello urbano può ancora essere
percorsa quasi passo passo guidati delle pagine scritte da Italo Calvino.

[…] bastava uscire dalla porta di cucina nel beudo che passava dietro casa a monte […] e
subito si era in campagna, su per le mulattiere ciottolate, tra muri a secco e pali di vigne e il verde. Era sempre di là che usciva mio padre […] e si sentiva […] il cigolare del cancelletto che dava nella strada di San Pietro.
(La strada di San Giovanni)

Villa Meridiana. Archivio Moreschi.

L’ingresso posteriore della villa è davvero lo spartiacque esistenziale tra ciò che più
attraeva il giovane scrittore, ossia il brulicante centro cittadino con il porto, le spiagge, il cinema e le prime alture alle spalle di Sanremo, un mondo rurale e agricolo emblematico della vita e del lavoro di Mario Calvino.

Per mio padre il mondo era di là in su che cominciava, e l’altra parte del mondo, quella di giù, era solo un’appendice, talvolta necessaria per cose da sbrigare, ma estranea e insignificante. […] io no, tutto il contrario: per me il mondo, la carta del pianeta, andava da casa nostra in giù, il resto era spazio bianco, senza significati. (La strada di San Giovanni)

La dicotomia fra i due mondi ritorna spesso nell’opera calviniana, anche nella scrittura
saggistica, come in Liguria magra e ossuta, pubblicata sul «Politecnico» dove si insiste sulla
peculiarità ligure, a cui la realtà di Sanremo non fa eccezione:

Dietro alla Liguria dei cartelloni turistici, dietro alla Riviera dei grandi alberghi, delle case da gioco, del turismo internazionale, si estende, dimenticata e sconosciuta, la Liguria dei contadini. (Liguria magra e ossuta)

Da un lato la città resa prospera dall’industria turistica e dalle sue molte attrattive, dall’altra l’immediato entroterra a pochi chilometri dalla costa, dove i contadini vivevano lavorando duramente.

✏️ Monica Revelli, Giorgio Alassio, Martina Ranalli e Simona Paoli

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