Le Cicadaceae rappresentano uno dei gruppi vegetali più antichi delle Gimnosperme e le testimonianze fossili ne fanno propendere l’apparizione alla fine del Paleozoico. La massima affermazione di queste piante si registra comunque nel Giurassico e nel Cretaceo, quando assumono un ruolo dominante tra la vegetazione, insieme ad altre Gimnosperme. Possiamo considerare queste piante come l’anello di congiunzione tra le felci e le attuali piante da fiore.
La famiglia comprende il solo genere Cycas con molte specie diffuse tra Africa, Asia ed Oceania. Sono piante sempreverdi, con portamento quasi arboreo, poco ramificato, di aspetto simile alle palme. Le foglie sono alterne, pennate, disposte in spirali alla sommità dei tronchi. Le Cycadaceae sono piante dioiche, con apparati sessuali maschili detti microsporofilli, e femminili chiamati macrosporofilli, riuniti in vistosi strobili e portati da piante diverse. I coni maschili sono allungati, quelli femminili ovali o globosi, entrambe le forme appaiono alla sommità del fusto. Negli esemplari femminili gli ovuli sono rossi, grandi come una noce e si sviluppano lungo i margini di foglie modificate in carpelli. Le specie coltivate, per il bel fogliame e il portamento elegante, nella aree mediterranee sono però poche e la più diffusa è senz’altro Cycas revoluta.
Cycas revoluta Thunb. | |
Etimologia | Il genere prende il nome da un termine greco ‘kykas’ = palma, per la somiglianza con le palme, mentre l’epiteto specifico revoluta richiama il portamento inizialmente arrotolato delle foglie, simile alle felci, che poi si distendono con lo sviluppo. |
Nome comune | Cycas, Palma sago |
Origine | Paese d’origine è il Giappone. Introdotta in Europa per la prima volta nel 1793 presso l’Orto botanico di Palermo. |
Descrizione | Pianta sempreverde con habitus che richiama le palme. Nei giardini mediterranei può crescere sino a 3-5 metri di altezza e si presenta con un tronco rugoso, spesso ramificato in basso. Le foglie sono pennate, di colore verde intenso e formano una ricca corona all’apice dei fusti e delle ramificazioni. Il rachide fogliare può essere lungo sino a 1,5 metri e porta pinnule lineari, lucenti, con apice pungente e inserite in forma pennata; l’apparizione delle giovani foglie è spettacolare e avviene solitamente in tarda primavera. Il germoglio centrale, che per tutto l’anno rimane fermo, produce improvvisamente un gruppo di giovani foglie morbide, vellutate, che si sviluppano rapidamente, per raggiungere la dimensione definitiva in pochi giorni. La loro apparizione assomiglia a quella delle felci e in breve le foglie si distendono completamente, diventando da molli rigide e pungenti. Periodicamente l’emissione di foglie lascia il posto alla produzione degli apparati sessuali maschili o femminili, ma sempre su piante differenti. Il cono maschile si erge all’apice della corona fogliare, è lungo 40-60 centimetri ed è formato da elementi modificati detti microsporofilli che portano il polline. Il cono femminile è disposto a cupola, sempre all’apice del tronco e costituito da foglie modificate (macrosporofilli) lanuginose che portano 4-6 ovuli ciascuna, di colore rosso intenso. Una particolarità delle Cycadaceae è la presenza di radici “coralloidi”, che si sviluppano negli strati superficiali del suolo, attorno alle piante. Queste particolari radici producono delle nodosità che ospitano dei cianobatteri simbionti, che fissano azoto atmosferico per cederlo alle piante ospiti. Le Cycas sono chiamate anche “palma sago”, perché il loro tronco è ricco di fecola che, in alcune regioni d’oriente, è ricavata per l’alimentazione umana. Da notare che i semi, se ingeriti, sono nocivi in quanto contengono una tossina particolarmente velenosa per l’uomo e gli animali. |