Il nome scientifico del genere deriva dal termine greco drakaina = drago, per il colore rosso della resina prodotta da queste piante. Si tratta di un estratto astringente e tonico che, seccandosi, lascia delle scaglie rosso scuro, chiamate appunto “sangue di drago”. Per i Guanci, le popolazioni indigene delle Isole Canarie, questo albero possedeva proprietà magiche.
Nome comune | Albero del drago |
Origine | Isole Canarie, Isole Azzorre, Capo Verde, Isola di Madeira. |
Descrizione |
Specie arborea di grande effetto ornamentale e longeva, capace di assumere dimensioni gigantesche nel corso dei secoli. Il tronco è tozzo, con numerosi rigonfiamenti, grigiastro, lignificato e contrassegnato dalle cicatrici lasciate dalle vecchie foglie cadute, coronato da lunghi rami dicotomici emergenti dopo le singole fioriture apicali. Le foglie sono sessili e arcuate, lineari, intere, di colore verde glauco, riunite in rosette alla sommità delle ramificazioni. Le infiorescenze emergono dall’apice sotto forma di pannocchie ramificate, con numerosi fiori ermafroditi di forma campanulata e di colore verde biancastro. I frutti sono bacche delle dimensioni di una nocciolina, di colore arancione a maturazione e contengono un seme tondeggiante, lucente e nero. L’albero del drago ha da sempre animato la fantasia dell’uomo. È quanto è successo anche al giovane Alexander von Humboldt, quando, da giovane, durante una visita al giardino botanico di Berlino, rimase affascinato dalla vista di un colossale “albero del drago” e l’emozione provata dal giovane alla loro vista gli suscitò un irresistibile desiderio di esplorare le “terre lontane”, come egli stesso ha poi raccontato in Cosmos. Nei giardini di Sanremo le Dracaena draco messe a dimora nel passato sono state uccise dai freddi inverni del 1928 – 1953 e 1985. Nel 1882 il barone Hüttner coltivava nel suo giardino di villa Parva, a Sanremo, un esemplare che vantava già 30 anni. |