“Hippie, la rivoluzione mancata” racconta con letture, musiche, testimonianze e video originali i sogni e le battaglie di un’epoca in cui lo stare insieme, “il collettivo”, aveva un senso politico concreto. Evento a cura di Luca Pollini e Ass.ne Pigna Mon Amour.
È durato poco più di tre anni, dal 1965 al 1968, ma ha condizionato un’intera generazione e può continuare a farlo. È il movimento hippie, che ha rifiutato la società capitalistica, gli status symbol e immaginato un mondo fondato sull’amore; non solo “peace&love”, ma anche rispetto per l’ambiente, intercultura, antimilitarismo, modelli di famiglia ribaltati, sessualità allargata, cura del corpo e dell’alimentazione. In scena nessuna operazione di memoria, ma un continuo rimbalzo sulle eredità culturali che il movimento ha lasciato, un dialogo tra ieri e oggi. Hippie, la rivoluzione mancata racconta – con letture, musiche, testimonianze e video originali – i sogni e le battaglie di un’epoca in cui lo stare insieme, “il collettivo”, aveva un senso politico concreto. Un’occasione per riflettere sui bisogni di oggi e sul passaggio di testimone più o meno mancato.
In tre anni la Love Generation ha sedotto il pianeta, le loro battaglie hanno dato vita al pacifismo (loro lo slogan “fate l’amore, non la guerra”) e all’ambientalismo e hanno cambiato la vita a un’intera generazione insegnando a essere più veri, a conoscere il mondo, a viaggiare anche dentro sé stessi. Oggi per «sentirsi insieme» e comunicare i giovani dispongono di strumenti formidabili, negli anni Sessanta non esisteva internet, al suo posto c’era la musica: il messaggio universale di Peace & Love aveva come portavoce le rockstar.
In Europa, e in Italia, il loro messaggio è arrivato quando negli Stati Uniti già si stava esaurendo ed è stato strumentalizzato dalla politica, distorto, in qualche modo tradito. Da noi s’è trasformato nel Sessantotto, ed è stata tutta un’altra cosa.
Il reading pone anche l’accento sull’eredità: il movimento Hippie è finito, ma le loro battaglie e le loro idee sono state tramandate di generazione in generazione.
Oggi si può parlare di Hippie 2.0?
Durata: 1h 30’ circa
Luca Pollini, milanese, è cresciuto nella Milano degli anni Settanta. Studioso di costume, all’attività di giornalista unisce quella di saggista e autore. Ha pubblicato, tra gli altri, I Settanta, gli anni che cambiarono l’Italia; Gli Ottanta, l’Italia tra evasione e illusione; Musica leggera. Anni di piombo; Amore e rivolta a tempo di rock; Ribelli in discoteca; Immortali, storia e gloria di oggetti leggendari; Restare in Vietnam; Ordine compagni!; La musica è cambiata; Oggetti smarriti; La trasgressione necessaria; Woodstock non è mai finito.
Per il teatro ha scritto gli spettacoli Hippie, a volte tornano e Ci hanno rubato la parola amore; Restare (adattamento teatrale di Restare in Vietnam) e il monologo Edna. È direttore di Re Nudo, rivista di cultura underground, collabora con mensili e quotidiani e si occupa di storia contemporanea.
Crede nel rock e rimpiange il Parco Lambro (inteso come Festival).
Anfiteatro San Costanzo (Pigna) – h. 21:30