giardini di villa ormond
2 Settembre 2024

20. Jubaea chilensis  (Mart.) Becc.

Il termine generico Jubaea è stato dato in onore del Re Juba II, re della Mauritania morto nel 23 a C., storico e buon osservatore della natura. Il termine specifico chilensis è in rapporto al luogo d’ origine, il Cile. Genere monospecifico.

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Nome comune Cocco del Cile, palma da miele, palma da vino
Origine È l’ultima palma che si può incontrare discendendo il continente americano, tra il 33º e il 35º di latitudine sud, dove cresce sulle montagne del Cile. 
Descrizione Palma maestosa, stipite solitario che può superare i 10 metri, rugoso, di colore grigio, che riporta marcato il segno delle vecchie foglie. Quest’ultime sono pennate, con pinnule reduplicate, arcuate nei soggetti più giovani, che diventano più rigide e coriacee allo stato adulto. Palma monoica, produce una brattea peduncolare di 1,50 m, abbastanza larga, che lascia emergere una infiorescenza molto compatta, i cui rami portano una moltitudine di bei fiori porpora intenso. I frutti sono della grossezza d’una albicocca e simili a una noce di cocco in miniatura. La polpa è dolce e non aderisce al seme. Quasi tutte le parti della palma hanno un utilizzo sia domestico sia alimentare. La polpa dei frutti può essere consumata fresca, ma è prevalentemente distillata per produrre acquavite. Il seme, la cui mandorla commestibile ricorda la noce di cocco, contiene un olio ottenuto per pressione. Si possono estrarre fibre dal rachide e dalle pinnule per la fabbricazione di cordami. Il maggiore interesse è nell’estrazione del miele di palma, molto apprezzato dai cileni. Il miele si ottiene prelevando la linfa zuccherina che cola dalle palme, dopo aver praticato un’incisione al capitello. Si tratta di una pratica ancestrale, molto invasiva, che richiede ogni giorno di rinnovare ferita per garantire un flusso linfatico continuo. Il miele è ottenuto con un trattamento termico addensante. Attraverso un processo di fermentazione è possibile ottenere anche una bevanda alcolica. L’eccessivo sfruttamento e la distruzione dell’habitat hanno esposto questa specie a rischio estinzione. Le Jubaea presenti in giardino sono state collocate nel 1999. I primi esemplari a Sanremo sono documentati a partire dal 1882.