Il nome del genere risale a C.P. Nolin, noto botanico francese del XVIII secolo, mentre l’epiteto specifico indica le lunghe foglie persistenti che ricoprono il tronco per molto tempo.
Nome comune | Vecchio messicano |
Origine | Pianta endemica del Messico, importata in Europa nel 1868 è considerata ancora oggi pregiata tra i collezionisti botanici. Nel lontano 1888, durante un’asta, un esemplare venne venduto al prezzo di 1.500 franchi belgi. |
Descrizione |
Specie con tronco grosso, eretto, alto 3-4 metri, allargato alla base e ricoperto da una corteccia sugherosa, crostacea, profondamente screpolata, con poche ramificazioni che terminano con una corona formata da numerose foglie. Quest’ultime sono numerose, persistenti, nastriformi, lineari-acuminate, minutamente denticolate-seghettate e finemente solcate in senso longitudinale, ricurvate e pendule, verdi o glaucescenti, lunghe circa 150 cm e larghe 2-3 cm, secche e sfilacciate nella parte terminale. Fiori bianco-crema, con odore sgradevole, numerosissimi, riunite in grandi pannocchie erette e molto decorative. Nonostante provenga da una regione tropicale la Nolina offre una buona resistenza al freddo e diversi sono gli esemplari secolari in Riviera che hanno superato i freddi inverni del Novecento. La capacità di ramificare, l’eleganza della chioma, la forma e l’aspetto della corteccia ne fanno una pianta di grande valore ornamentale, da inserire anche come esemplare isolato in giardino e capace di evocare una forte suggestione verso paesaggi desertici. La pianta coltivata a villa Ormond è stata collocata negli anni ’50. |