Nella Sala Stampa Lucio Dalla, Simone Cristicchi ha ricevuto il prestigioso Premio Lunezia per il valore letterario-musicale del suo brano presentato a Sanremo 2025. Il riconoscimento gli è stato conferito per la capacità di affrontare con profondità e senza pietismo un tema universale e delicato come l’Alzheimer.
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Le motivazioni del premio sottolineano la forza evocativa del brano, capace di trasformare in poesia e musica il dramma della perdita progressiva di un genitore. “Si resta orfani dello sguardo che ci conosceva più di ogni altro” si legge nella motivazione, evidenziando la centralità del tema della memoria e della fragilità umana.
Cristicchi, con la sua caratteristica sensibilità artistica, dipinge attraverso le note e le parole una madre fragile e pura, accompagnandola con versi toccanti come:
“Ti dirò di mio padre, ovvero tuo marito. Ti insegnerò a stare in piedi da sola, a ritrovare la strada di casa. Ti ripeterò il nome mille volte perché tanto te lo scorderai.”
Dopo la consegna del premio, Cristicchi si è intrattenuto con i giornalisti, condividendo riflessioni sulla sua musica e sul panorama cantautorale italiano. “I cantautori esistono, continuano ad esistere. Siamo una sorta di riserva indiana, ma finché ci sarà qualcuno con una chitarra o un pianoforte a raccontare una storia, la canzone d’autore non morirà mai” ha dichiarato.
Ha poi espresso gratitudine a Carlo Conti per aver dato spazio alla tradizione cantautorale nel Festival di Sanremo. Parlando della sua esibizione, Cristicchi ha ammesso la difficoltà di portare sul palco un brano così personale: “Anche alle prove ho fatto fatica, nonostante il pezzo esista da cinque anni. Raccontando qualcosa di vero e autentico, è stato complicato mantenere la concentrazione giusta”.
Interrogato sull’influenza della Calabria nella sua musica, ha risposto: “In questa canzone non c’è la Calabria, ma ce l’ho sempre nel cuore. Noi dobbiamo raccontare ciò che vediamo, non possiamo parlare di cose che non conosciamo”. Ha inoltre ricordato il suo legame con il mondo degli anziani, ispirazione per molte delle sue storie: “Mi chiamavano il terrore dei centri anziani, perché raccoglievo testimonianze con il mio registratore e taccuino, ascoltando gli ultimi testimoni della Seconda Guerra Mondiale”.
Uno dei momenti più toccanti della conferenza è stato il tributo alla madre Lucia, figura centrale della sua vita e ispirazione per il brano: “Ha cresciuto tre figli da sola dopo la morte di mio padre. Poi, appena andata in pensione, un drammatico evento l’ha resa disabile al 100%. Sapere che oggi canto per lei davanti a tutta Italia, mentre mi guarda da casa a Roma, è un’emozione indescrivibile”.
Infine, Cristicchi ha ricordato con affetto Paolo Benvegnù, recentemente scomparso, sottolineando il suo rispetto per la sua coerenza artistica: “È stata una perdita brutta per tutti noi che scriviamo canzoni. Spero che mi guardi da lassù e mi sostenga in questa settimana così intensa”.