giardini di villa ormond

26. Taxus baccata L.

Il nome del genere deriva da Il nome del genere deriva dal greco taxos (lat. taxus), tasso, con lo stesso significato in latino, e/o dal suo derivato toxon, arco. Si fabbricavano infatti già in antichità archi e frecce dal legno di tasso per la sua elasticità, tenacità e resistenza.
L’epiteto specifico dal latino baccatus, -a, -um, allude ai frutti simili a bacche.

Nome comune Albero della morte
Origine Albero il cui areale d’origine si colloca dalla Penisola Iberica a nord fino alla Gran Bretagna e alla Scandinavia meridionale, a est fino al Mar Nero, Caucaso, Asia Minore e catene montuose nordafricane. In Italia il tasso è presente in tutto il territorio italiano e i popolamenti più significativi sono quelli della foresta umbra del Gargano. Albero proprio della fascia montana temperata, con clima suboceanico. Specie sciafila che vive nei boschi ombrosi e preferisce i suoli calcarei. 
Descrizione Albero sempreverde, robusto, con ramificazioni numerose dalla base, senza canali resiniferi, molto longevo, capace di vivere fino a ca 2000 anni. Chioma largamente piramidale espansa di colore verde cupo con rami divaricato-orizzontali e ramuli penduli all’estremità. Corteccia liscia, sottile, di colore bruno-rossiccio, che negli esemplari più vecchi diventa bruno-grigiastra, che si stacca a placche o a strisce. Foglie persistenti, aghiformi, disposte in due file a spirale ai lati dei rametti. La lamina è lineare appiattita e un po’ falcata, con apice mucronata ma non pungente, di colore verde scuro e lucida sulla pagina superiore, giallastra su quella inferiore, marcata da due strisce stomatifere più chiare. La venatura centrale è molto prominente su entrambi i lati. Coni disposti all’ascella delle foglie in piante separate, quelli maschili riuniti in amenti globosi gialli, avvolti prima dell’antesi da squamette bruno-rossicce; i femminili solitari o appaiati, gemmiformi, verdi, disposti all’apice di un rametto e circondati anch’essi da un involucro di squamette persistenti che proteggono l’unico ovulo. Produce un frutto simile ad una bacca (arillocarpo), formata da una coppa carnosa (arillo), prima verde rosso viva a maturità e che copre parzialmente un grosso seme nero ovoide, appuntito e legnoso. Le foglie e i semi sono velenosi, in quanto contengono un alcaloide estremamente tossico, la tassina. Le foglie hanno proprietà farmacologiche ma, per la loro tossicità e difficoltà di dosaggio, non vengono impiegate nella medicina popolare. Dalla corteccia, e dalle foglie è stato isolato un principio attivo per il trattamento chemioterapica sperimentale contro alcune forme di cancro. L’unica parte non tossica è l’arillo carnoso, di sapore dolciastro, gradito dagli uccelli, che ne favoriscono la disseminazione. Il legno è elastico, tenace e durissimo, di grana molto fine ed omogenea, con alburno bianco e durame rossastro, molto ricercato per lavori di tornio e in ebanisteria.