Il nome del genere deriva da Il nome del genere deriva dal greco taxos (lat. taxus), tasso, con lo stesso significato in latino, e/o dal suo derivato toxon, arco. Si fabbricavano infatti già in antichità archi e frecce dal legno di tasso per la sua elasticità, tenacità e resistenza.
L’epiteto specifico dal latino baccatus, -a, -um, allude ai frutti simili a bacche.
Nome comune | Albero della morte |
Origine | Albero il cui areale d’origine si colloca dalla Penisola Iberica a nord fino alla Gran Bretagna e alla Scandinavia meridionale, a est fino al Mar Nero, Caucaso, Asia Minore e catene montuose nordafricane. In Italia il tasso è presente in tutto il territorio italiano e i popolamenti più significativi sono quelli della foresta umbra del Gargano. Albero proprio della fascia montana temperata, con clima suboceanico. Specie sciafila che vive nei boschi ombrosi e preferisce i suoli calcarei. |
Descrizione | Albero sempreverde, robusto, con ramificazioni numerose dalla base, senza canali resiniferi, molto longevo, capace di vivere fino a ca 2000 anni. Chioma largamente piramidale espansa di colore verde cupo con rami divaricato-orizzontali e ramuli penduli all’estremità. Corteccia liscia, sottile, di colore bruno-rossiccio, che negli esemplari più vecchi diventa bruno-grigiastra, che si stacca a placche o a strisce. Foglie persistenti, aghiformi, disposte in due file a spirale ai lati dei rametti. La lamina è lineare appiattita e un po’ falcata, con apice mucronata ma non pungente, di colore verde scuro e lucida sulla pagina superiore, giallastra su quella inferiore, marcata da due strisce stomatifere più chiare. La venatura centrale è molto prominente su entrambi i lati. Coni disposti all’ascella delle foglie in piante separate, quelli maschili riuniti in amenti globosi gialli, avvolti prima dell’antesi da squamette bruno-rossicce; i femminili solitari o appaiati, gemmiformi, verdi, disposti all’apice di un rametto e circondati anch’essi da un involucro di squamette persistenti che proteggono l’unico ovulo. Produce un frutto simile ad una bacca (arillocarpo), formata da una coppa carnosa (arillo), prima verde rosso viva a maturità e che copre parzialmente un grosso seme nero ovoide, appuntito e legnoso. Le foglie e i semi sono velenosi, in quanto contengono un alcaloide estremamente tossico, la tassina. Le foglie hanno proprietà farmacologiche ma, per la loro tossicità e difficoltà di dosaggio, non vengono impiegate nella medicina popolare. Dalla corteccia, e dalle foglie è stato isolato un principio attivo per il trattamento chemioterapica sperimentale contro alcune forme di cancro. L’unica parte non tossica è l’arillo carnoso, di sapore dolciastro, gradito dagli uccelli, che ne favoriscono la disseminazione. Il legno è elastico, tenace e durissimo, di grana molto fine ed omogenea, con alburno bianco e durame rossastro, molto ricercato per lavori di tornio e in ebanisteria. |